Dacia Martini sa scrivere. A volte addirittura si trattiene nel mezzo dell’eleganza di una frase e torna a prendere il lettore con più forza, così che questo non sia solo un bel romanzo ma una sorpresa. La trama basata sul silenzio della protagonista e la lettura dei pizzini da chiunque a lei e viceversa si fa rete larga dove pensieri profondi trovano un vasto spazio. Maraini ci scrive della Sicilia, il grande plafond, il soggetto del libro. Invidio chi lo legge per la prima volta.

Sebbene non sia il mio genere di lettura, l’ho trovato davvero ben scritto, ed è chiaro che dietro ci sia stato uno studio dettagliato di usi , costumi, posti e modi di dire. Personalmente il dialogo interiore a volte dura troppo, come la descrizione di qualche carattere ma il tutto è scritto così bene, che le si “perdona” tutto. Gli amanti del genere, lo troveranno sicuramente molto valido.

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Dacia Maraini racconta poeticamente la sua amicizia con Pier Paolo Pasolini. Lo racconta in tanti episodi reali e nei sogni. Non sono tanto gli eventi che vengono fatti conoscere bensì la psicologia di essi con l’interpretazione della scrittrice. Se si vuol conoscere a fondo Pasolini, non si può prescindere da quanto qui scrive la Maraini. Oltre a ciò non si può non apprezzare il valore della amicizia fra i due personaggi.

La scrittura della Maraini ci riporta una vivida immagine dello scrittore di Casarsa. Pagine su cui riflettere

Da leggere quanto prima per capire due amici e il tempo un cui hanno vissuto la loro amicizia.

Storie di donne violate, abusate, picchiate… storie vere, si fa fatica a non riconoscere in esse qualche recente fatto di cronaca. Una lettura non senza sofferenza, soprattutto se si è donne, che fa riflettere su alcune dinamiche di relazione e sul maschilismo imperante, nonché sull’omertà che ancora caratterizza la nostra società così moderna e tecnologicamente avanzata. Una società sempre più vuota e carente dal punto di vista umano ed educativo. Perché il problema è sempre e ancora di ordine educativo, se riflettiamo un attimo sul nucleo di origine della violenza. Un libro che è anche denuncia, speriamo che non resti inascoltata, come quella della “Cronaca di una violenza di gruppo”. Tra tutte, la storia più infinitamente triste, a mio parere.

Premetto che ho molti libri di Dacia Maraini che mi piace come persona (ho avuto il privilegio di incontrarla diverse volte, una di esse un’occasione privata) e amo molto la sua scrittura in generale, che sia autobiografica o narrativa. Premetto anche che non amo in particolar modo le storie brevi ma ogni regola ha la sua eccezione. Le storie brevi di Dacia Maraini ne sono l’esempio. Ho letto questo libro in pochi giorni. Ogni storia diversa dall’altra ma ogni storia prende alla stessa maniera, e tutte sembrano inverosimili nella loro atroce realtà. Ognuna di esse sembra una notizia di cronaca nera del telegiornale… da leggere.. soprattutto dalle donne.

partendo da fatti di cronaca racconta alcune storie di femminicidio; a mio avviso questione così importante e grave da non sottovalutare. Dacia Maraini non ha necessità della mia recensione. Il suo libro che non può non essere letto è Marianna Uccria.